mercoledì 6 gennaio 2016

Vico Equense. Rapina a mano armata. Una riflessione...



Tre giovani di Vico Equense rapinano una coppia. Hanno 21, 19, 18 anni. Tutti incensurati. Armati di tre pistole si fanno dare il portafogli, dopo aver esploso diversi colpi. Accade a Bonea, non lontanissimo dal centro cittadino. I carabinieri intervengono subito a seguito di richiesta di aiuto al 112 e grazie ai dettagli forniti dalle vittime individuano i colpevoli. I loro nomi sono già noti ed è inutile ripeterli. Ciò che va ripetuto e sottolineato è la loro età:  21, 19, 18 anni. 
Si tratta di nostri concittadini, di ragazzi che vivono e che sono cresciuti nella nostra tranquilla Vico Equense. Vicende come questa devono far riflettere. Come reagirà la città dinanzi a un simile episodio? Punendo i colpevoli? Questo accadrà senz'altro, la giustizia farà il suo corso...e va bene, ma non è sufficiente. Intensificando i controlli? Probabilmente accadrà...e va bene, ma non è sufficiente. Forse la risposta andrebbe trovata all'interno di altre domande. Sicuramente ogni persona ha un proprio vissuto che orienta le sue scelte. Ma siamo certi che la città, la popolazione, il Comune, la scuola, la chiesa abbiano messo in atto adeguate politiche di integrazione sociale? Che abbiano creato quel meccanismo di inclusione tale da far sentire tutti membri di una comunità? Che sappiano offrire ai giovani le opportunità di cui hanno bisogno? Che abbiano fatto tutto il possibile per evitare che persone che vivono ai margini della società non si allontanino sempre di più? Forse bisognerebbe analizzare cosa è stato fatto, cosa non è stato fatto e cosa è necessario fare. Partendo da un'analisi personale per finire a quella istituzionale con lo scopo di poter offrire alle nuove generazioni un territorio dell'accoglienza, in cui ognuno possa sentirsi parte del gruppo. 

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